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E TU CHI SEI?

UN MONOLOGO DI E CON
ISABELLA GIAMPAOLO


40 MIN.

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Descrizione

“E tu chi sei?” è un monologo-performance che con curiosità, empatia e un pizzico di salvifica ironia, si interroga sulla demenza - in particolare modo sull’Alzheimer - e sulle sue conseguenze, come una sorta di valzer della memoria.
Si stima che in Svizzera vivano 144’300 persone affette da demenza; circa 7’665 di queste vivono nel Canton Ticino. Per ogni persona ammalata sono coinvolti da uno a tre familiari.

A partire da una ricerca condotta presso il reparto Alzheimer della Fondazione Parco San Rocco di Coldrerio (TI) e da interviste ad alcuni familiari curanti che condividono una storia simile, “E tu chi sei?” fonde vari linguaggi teatrali quali il teatro di narrazione, il linguaggio non-verbale gestuale e il teatro di figura, per dare vita alla storia di una figlia che accompagna suo padre fino al momento della sua morte senza essere ricordata, o meglio, riconosciuta.

Cresciamo con la convinzione che i figli siano la cosa più importante nella vita di un genitore. Ma cosa succede a un figlio quando viene dimenticato? Quel terrore che un giorno i nostri genitori ci domandino: “E tu chi sei?” lo abbiamo un po’ tutti; e poi un giorno accade e proprio quel giorno, quella prima volta, avviene qualcosa al nostro interno. Come una lacerazione. Come se per un momento smettessimo di esistere.

Lo spettacolo vuole sensibilizzare non solo sulla tematica delle demenze, tra cui l’Alzheimer, ma soprattutto su come questa malattia possa essere vissuta dai famigliari delle persone affette, in questo caso una figlia. La performance desidera in parte, oltretutto, affrontare il rapporto genitore- figlio - un rapporto in cui il genitore indossa spesso, alle volte anche involontariamente, i panni del supereroe - e lo fa sottolineando il fatto che veniamo abituati ad “essere” in relazione agli altri.

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Ricerca

Ogni tematica importante e complessa necessita di una dovuta ricerca. Senza dubbio, bisogna saper osservare il mondo che ci circonda con un’empatia che permetta a un artista di diventare il canale di espressione di qualcosa di più grande. Solo così, a mio avviso, si riescono a raggiungere le persone, gli altri.

Al tempo stesso però, credo vivamente occorra fare ricerca prima di poter “parlare” di qualsiasi argomento; anche uno che ci riguarda personalmente. Non sappiamo mai come possa reagire l’altro, o come l’altro viva ciò che stiamo attraversando anche noi. È proprio per questo che la ricerca per la creazione di “E tu chi sei?” è stata lunga e approfondita ed è consistita in molteplici passi:

- ricerca a livello di ispirazione e materiale artistico presso il reparto Alzheimer della Fondazione Parco San Rocco di Coldrerio (TI)

- interviste private a familiari curanti con una storia simile a quella affrontata nello spettacolo

- partecipazione a vari Alzheimer Café in Ticino

- lettura di alcuni libri e storie sulla tematica

- ricerca fisico-artistica e di creazione

- stesura e revisione del testo

- incontro con un gruppo di familiari curanti

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Obiettivo del progetto

Lo spettacolo nasce con il desiderio, innanzitutto, di portare l’atto teatrale al di fuori dei soliti contesti teatrali, avvicinando così il teatro alle persone, piuttosto che le persone al teatro. La catarsi teatrale e artistica permettono sicuramente di affrontare le tematiche anche più difficili con occhi diversi; e questo perché il teatro può diventare, indubbiamente, specchio di noi stessi. Grazie a uno spettacolo possiamo specchiarci e rivederci, analizzarci e riscoprirci, affrontarci e conoscerci.

Quando ho scoperto che la zia di mia mamma aveva una demenza e non riconosceva più suo figlio - un figlio che, a questa madre, stava dedicando moltissime attenzioni da tempo - è nato qualcosa in me; forse la necessità di parlare alla gente di questa malattia, di far sì che possa essere conosciuta così da spaventare meno, o forse il desiderio di porre sotto ai riflettori tutte quelle persone che stanno accanto - a volte per una vita intera - a un famigliare malato. E in questo caso, non mi riferisco solamente alle demenze. Al tempo stesso, volevo creare qualcosa che permettesse alla comunità, nella sua interezza, di ritrovarsi e unirsi. E di emozionarsi insieme.

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Testimonianze (anonime, nel rispetto della privacy)

Uno spettacolo che sensibilizza, con grande delicatezza, ironia e profondità, gli spettatori su un tema difficile da affrontare. Con grande rispetto e professionalità Isabella riesce a rappresentare in modo veritiero il vissuto dei pazienti e dei loro parenti, emozionando il pubblico fino alle lacrime.

 

Questo spettacolo è una vera occasione di ‘manutenzione dello spirito’, essenziale soprattutto a chi per lavoro o familiarità è in costante confronto con la sofferenza e i limiti che questa malattia porta con sé.

 

Il processo creativo che ha compiuto questa straordinaria artista per arrivare a ‘E tu chi sei?’ è di una disarmante delicatezza, porta a vedere la realtà da nuovi imprevisti e possibili punti di vista e a trasformare e arricchire il proprio sentire umano. Grazie.

 

Lo spettacolo è stato molto bello e toccante. Anche una persona come me che non è direttamente coinvolta riesce a capire.

 

Inizialmente io e mia sorella eravamo titubanti ad andare a vedere uno spettacolo che toccasse il mondo dei disturbi cognitivi (Demenze, Alzheimer e non solo). Proprio perché stiamo vivendo con nostra madre il decadimento di una demenza severa, avevamo paura di toccare i nostri sentimenti già tanto provati dalla realtà che stiamo vivendo da Caregiver. Premetto che è stato una visione intensa di emozioni e inevitabilmente anche molto commovente. A un certo punto mi sono sentita protagonista, rivedevo la nostra storia passo dopo passo. Isabella ha toccato questo tema con molta delicatezza, professionalità e competenza, si capisce anche lo studio e la ricerca che ci ha messo per farne uno spettacolo. Va assolutamente visto perché non tocca solo i famigliari dei malati, ma sensibilizza chiunque ad avvicinarsi a questo tema così diffuso e purtroppo presente in fasce d’età anche giovani. Per chiunque ruota attorno a questo mondo c’è bisogno di sostegno morale e reale, bisogna farsi aiutare per avere la forza e la consapevolezza del percorso. Perciò grazie Isabella di questa iniziativa e opportunità di riflessione e condivisione anche nei gruppi di ascolto.

 

‘E tu chi sei?’ per me coglie l’essenza del potere più grande che ha il Teatro: essere curativo e trasformativo. Un vero balsamo per l’anima, grazie a una catarsi che in spettacoli di questo tipo può dirsi veramente tale, apportando sollievo a chi ha la fortuna di partecipare a questi momenti collettivi che profumano di rituale.

 

Non vorrei rimanesse solo il ricordo di una performance all’interno della Casa per Anziani. Né solamente un elogio a tutti gli operatori che lavorano con persone affette da questa Sindrome ogni giorno. Vorrei e mi auguro che questo spettacolo possa essere l’inizio di un qualcosa. Che sia un inizio anche per una sola persona di tutte quelle presenti durante l’esibizione. Ma che questa possa aver intuito il mondo troppo spesso poco conosciuto, sottovaluto, sminuito e a volte accettato che ruota intorno alla malattia di Alzheimer. E che possa parlarne ad altri, accendendo in loro anche quella piccola scintilla di curiosità che permetterà in futuro di rendere più chiara una malattia che all’apparenza di chiaro ha molto poco. Un ringraziamento speciale a Isabella, di cui stimo il talento, la personalità e la professionalità e a tutti coloro che hanno reso possibile questo spettacolo, sia partecipandovi e sia rendendone possibile la realizzazione.

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Collaborazione con Alzheimer Ticino

Maggiori dettagli a breve.

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Crediti

Ideazione e regia: Isabella Giampaolo

Drammaturgia: Isabella Giampaolo

Performer: Isabella Giampaolo

Set designer: Isabella Giampaolo

Scenografo: Antonio Giampaolo

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